sabato 13 ottobre 2012

Video registrazione delle sedute del Consiglio Comunale: un no che sa di omertà.

Sul Giornale di Sicilia di qualche giorno fa, è stato pubblicato un articolo nel quale si parla del voto contrario alla modifica dell’art. 37 del regolamento di funzionamento del Consiglio Comunale, espresso da otto consiglieri di maggioranza nella seduta del 5 ottobre 2012,.
La modifica proposta dalla minoranza, se fosse stata accolta avrebbe consentito la videoregistrazione e la successiva pubblicazione online delle sedute del consiglio stesso, in modo da potere essere fruita da casa dagli anziani,  dai disabili e da tutti coloro che per un motivo o per un altro non vogliono e non possono recarsi ad assistere alle sedute del consiglio comunale.
In quell’articolo il Presidente del Consiglio, sig. Martino Savoca, espone le ragioni per le quali, lui medesimo, unitamente ad altri sette consiglieri del gruppo consiliare di maggioranza, hanno detto no a questa modifica e quindi di conseguenza hanno detto no alla videoregistrazione delle sedute.


A leggere l’articolo ci si rende subito conto che le giustificazioni a sostegno del no, esposte dal Presidente Savoca, suonano come un acrobatico, colpevolmente tardivo e fuori contesto tentativo di spiegare ai ciminnesi, l’assurdità di una decisione che va contro la comunicazione e la trasparenza dei lavori dell’aula consiliare.
In primo luogo occorre rilevare che durante la seduta, gli otto consiglieri che hanno bocciato il punto, lo hanno fatto senza proferire una sola parola per spiegare le ragioni del loro  no, tutti quanti, compreso il Presidente.
Il consiglio comunale è la sede propria  del confronto tra consiglieri, e del dibattito sui punti all’ordine del giorno, non è certo il posto dove andare ad alzare la mano per dire si o no nel più assoluto mutismo.
Il Presidente poteva argomentare ed esporre, quanto detto al Giornale di Sicilia, in consiglio comunale, è quella la sede propria per manifestare il proprio pensiero in merito ai punti all’o.d.g. non certo le pagine del GDS.
Il Presidente ha perso una buona occasione per sottoporre al confronto, con gli altri consiglieri, le sue tesi e magari supportarle citando norme e articoli di legge.
Tanto più, il Presidente era tenuto a farlo, in quanto il punto in questione, interveniva sul regolamento di funzionamento del consiglio comunale, quindi era materia di regole sulla quale il Presidente non può e non deve starsene in silenzio, se ha contezza delle prerogative del suo ruolo istituzionale e di questo non vogliamo certo dubitare.
Va detto che il Presidente è stato investito della questione di cui ci stiamo occupando, ormai oltre tre mesi fa, cioè, da quando l’associazione Liberamente aveva avanzato formale istanza per potere video riprendere le sedute e pubblicarle sul web.
All’epoca il Presidente rispose negativamente alla richiesta di Liberamente, e  motivava il diniego alla richiesta dell’associazione, dicendo che l’amministrazione aveva la volontà di provvedere a fornire questo servizio alla cittadinanza  con mezzi propri.
Trascorsi tre mesi da quella risposta negativa, alla data del 5 ottobre 2012, ancora nulla aveva fatto l’amministrazione comunale,e nella seduta di consiglio comunale tenutasi a quella data, ha anche bocciato, per mano della sua maggioranza, (esclusi i consiglieri Urso Miano e Pollaci) la modifica al regolamento proposta dalla minoranza consiliare,  con un omertoso e secco no.
I ciminnesi, dai consiglieri comunali, sul punto si sarebbero aspettati qualcosa di diverso da un muto diniego, perché in tre mesi, il Presidente e i consiglieri hanno avuto tutto il tempo per documentarsi e mettersi nelle condizioni di votare una proposta articolata e rispettosa di ogni obbligo di legge relativo alla privacy e all’ordine pubblico,  così da mantenere fede all’impegno preso dal Presidente con l’associazione Liberamente.
Invece nulla assoluta inattività.
D'altronde in cinque mesi il consiglio comunale si è riunito solo tre volte, e quindi, come si suole dire, non è stato oberato dagli impegni.
Se consideriamo poi (tanto per fare due conti) che il Presidente percepisce una indennità di funzione, che non è dato conoscere con esattezza, ma che dovrebbe aggirarsi sui 1000 euro mensili, calcoliamo che ogni seduta di consiglio ci è già costata (a noi ciminnesi) oltre 1.500 euro ciascuna ,solo per pagare l’indennità del Presidente. Se poi andiamo ad analizzare cosa ha deliberato il consiglio comunale in queste tre sedute, ci rendiamo conto dell’enorme squilibrio costo beneficio dell’operato dell’organo consiliare.
 
Ma torniamo ad occuparci della questione videoregistrazione e pubblicazione online delle sedute di consiglio comunale.
In primo luogo dobbiamo avere presente che le sedute di consiglio comunale sono pubbliche, qualsiasi cittadino può assistere alle sedute e non c’è legge che possa impedirlo.
Mentre il cittadino eletto consigliere, nel momento stesso in cui il Presidente dichiara aperta la seduta non è più un privato cittadino, egli assume la fattispecie giuridica di consigliere comunale, che comporta il privilegio di rappresentare tutti e di fare le giuste scelte nell’interesse collettivo, e nel farlo perde (per tutta la durata del consiglio) lo status di privato cittadino, acquisendo quella di uomo pubblico.
Il Presidente dice, nell’articolo pubblicato dal GDS, che bisogna valutare le problematiche  di ordine pubblico della questione.
Ma di quale ordine pubblico sta parlando il Presidente? Io non sono uomo di legge (come invece è il Presidente) e quindi vado a lume di naso e a rigor di logica, e mi chiedo come una telecamera piazzata nell’aula consiliare, e segnalata al pubblico nel rispetto della legge, possa arrecare problemi di ordine pubblico. Ormai ci sono telecamere ovunque.
Volendo credere  alle affermazioni del Presidente (non abbiamo ragioni per non farlo) cioè  nel caso ci fossero implicazione di ordine pubblico nel videoregistrare le sedute, non poteva il Presidente, in tre mesi, illustrare a tutti i consiglieri la natura di queste problematiche e quindi arrivare in consiglio con le dovute soluzioni tecnico-giuridiche per bypassare questo ostacolo?
Lo stesso ragionamento deve essere fatto per quanto riguarda le problematiche legate alla privacy evocate dal Dott. Savoca nelle sue dichiarazioni al GDS, noi non mettiamo in dubbio che esse esistano (anche se ci aspettiamo che il Presidente citi leggi, commi e articoli a supporto di quanto dice), tuttavia considerato che altri paesi vicini al nostro, già videoregistrano e pubblicano le sedute, bastava che il Presidente avesse telefonato ad uno di questi e farsi dire come fare, anziché far fare a se stesso e a sette altri consiglieri la figura del no secco.
D’altronde i consiglieri che hanno votato no, si sono affacciati tutti dai balconi a comiziare, non hanno trovato nessun ostacolo ad esporsi pubblicamente per chiedere il voto ai ciminnesi, adessso perché non parlano perché si nascondono?
Noi ci chiediamo: ma non dovrebbe essere motivo d'orgoglio  per i consiglieri comunali, per il sindaco e per gli assessori (anche quelli con doppia funzione) potere mostrare ai cittadini quello che  fanno, dicono e votano? Di cosa hanno paura?
Ben altro che un trafiletto sul giornale, ci saremmo aspettati da un politico, ormai di lungo corso, quale è il Presidente Savoca che oggi ha, il privilegio di sedere sullo scranno più importante dell’aula consiliare del Comune di  Ciminna, che in passato ha anche ricoperto il ruolo di capogruppo, che è stato membro del CDA Coinres (con una indennità  di funzione molto cospicua) nel momento delicato della transizione della gestione del servizio di raccolta rifiuti dal Comune al consorzio (purtroppo con i risultati di quel passaggio che sono sotto gli occhi di tutti).
Insomma il Presidente ha dato a Ciminna, ma ha anche ricevuto, egli ha tutte le carte in regola e  l’esperienza per fare bene il Presidente dentro il Consiglio Comunale e non con i trafiletti sul Sicilia.
E non bastano certamente le manifestazioni d'intento per il futuro a fare giustizia di un voto assurdo contro la trasparenza e la partecipazione, perchè di buone intenzioni sono lastricate le strade che portano all'inferno.

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